The Augmented Society.
Il #digitale ha cambiato la geografia del mondo, il modo di percepire il tempo, l’intimità, il modo di pensare. Grazie al digitale possiamo conoscere i desideri e le necessità delle persone, raggiungere quel che prima era impossibile.
Oggi possiamo costruire #mondi paralleli “intelligenti”, capaci di agevolare la costruzione di #relazioni solide e #profittevoli, di crescita reciproca e scambio.
Questi luoghi digitali sono #Ubiqui (Di Tullio), del conosciuto spazio-tempo rimane solo il tempo, percorribile grazie alla #tracciabilità. L’attenzione si sposta sui flussi: relazionali, connettivi. Non importa tanto dove avviene l’interazione, ma il quando e con chi o cosa (i soggetti e i contenuti). Il dove è solo una porta di accesso all’ubiquità di un mondo parallelo connesso.
Tutto questo mi ricorda sempre più i nuovi scenari della fisica quantistica e la Fisica dell'Infinito (Bohm), è innegabile che qualcosa di profondo sta cambiando nelle nostre menti. Già dalla metà del secolo scorso nella scuola di ULM si parlava di Verità Reale e Fattuale, due verità coesistenti e determinate dalla relatività della percezione umana.
Questi nuovi luoghi, sempre più indipendenti grazie al Machine Learning e all'AI, possono tracciare le informazioni e auto-organizzarsi di conseguenza, permettendo sviluppi #autonomi prima impensabili. In questo mondo aumentato i limiti conosciuti sono nuove opportunità.
A voler semplificare il digitale è possibilità, ma la rappresentazione di scenari distopici sembra prevalere nell’immaginario comune. Abbiamo visto come in un momento di grande #cambiamento e #complessità sia fondamentale la capacità di #immaginazione e di #visione (Imagination, a new way of learning, in questo blog).
La #rappresentazione di futuri #possibili è la chiave per muovere i primi passi verso luoghi migliori, #progettando. In una parola è #speranza.
Ma se i futuri che vediamo sono negativi non potremo di certo sperare in qualcosa di migliore. Diviene dunque prioritario concentrarsi su questo concetto di visione, soprattutto nell’era della #cultura digitale, perché connessione e nuove possibilità rendono le soluzioni #realizzabili.
Lo stato di #eccezione che ben conosciamo ha attivato processi evolutivi utili a popolare questo nuovi luoghi. Ingessati dai limiti del mondo fisico e dai vecchi metodi, impigriti dall’utilizzo comodo di soluzioni standard, molte aziende si sono trovate in ostaggio dalla propria incapacità di visione e cambiamento. Ma il terrore dell’immobilità risiede nelle menti di chi cerca, inconsapevolmente, l’accesso al nuovo mondo.
Un mondo complesso ed incerto, ma fatto di possibilità, un luogo dove i limiti sono profondamente diversi da come li intendiamo e dove la #diversità aumenta il #possibile.
Il digitale ha innovato non tanto la tecnologia, ma il nostro modo di pensare, come ad avvicinarci al Wood Wide Web delle foreste, al design circolare della Natura, alla cooperazione di alcune specie. Il futuro è nelle origini, in un processo ciclico in cui la rappresentazione del tempo non può essere lineare, ma a spirale (Di Tullio), in una sommarsi perpetuo di esperienze e “tutto”.
Chi mi segue sa che il mio approccio tenta di ricondurre discorsi teorici a progetti realizzati, tracciando sempre un parallelo tra teoria e pratica (Learning by doing, Dewey) e connettendo (di nuovo) il pensiero induttivo a quello deduttivo. Unire gli #opposti è magia (parafrasando, di molto, Morin), o come direbbe de Kerckhove, l’innovazione risiede nella distanza tra #schemi mentali diversi. Questo articolo l'ho composto parallelamente ad un progetto in corso con Inside Sales Italia, un'Impresa che "crede che la tecnologia consenta nuove forme di lavoro più efficaci ed efficienti, permettendo di entrare in contatto con chiunque nel mondo." Lorenzo Governatori di ISI quando ci conoscemmo mi raccontò che il loro obiettivo è quello di avvicinare nel tempo e nello spazio i clienti delle imprese, aiutando queste ultime a gestire le opportunità commerciali attraverso le rispettive reti interne, grazie ad un processo scientifico interamente fruibile e gestibile da remoto. Una risposta pratica all’esigenza di portare a terra - nella quotidianità dell’impresa - quegli aspetti che nel mondo accademico sono oggetto di studio da anni e che rappresenta il “presente” già da molto tempo prima della pandemia. Non una mera sostituzione delle procedure commerciali insomma, ma una integrazione che permette di presidiare e scalare il proprio mercato di riferimento (o quelli ipotetici) riducendo quei costi improduttivi (costi di trasferta e tempi di gestione, per citarne due) che il progresso, le incertezze e gli strumenti a disposizione hanno reso obsoleti.
Colte le opportunità e le possibilità di sviluppo di tale approccio, il mio lavoro è consistito e consiste nel #rappresentare questo "mondo parallelo" o Augmented Society, come l'ho chiamata, al fine di realizzare una piattaforma tecnologica coerente con questo luogo digitale Ubiquo. L’esplorazione sta avvenendo contemporaneamente con parole, rappresentazioni visive, codice e tecnologie.
Il #pensiero, l’#immaginazione e la #sperimentazione sono parte di un processo #fluido, necessario per scoprire e interpretare le nuove regole di un mondo possibile. Soprattutto quando tutto questo è realizzabile tramite un team #multidisciplinare che deve concorrere ad un obiettivo posto al di fuori del conosciuto.
Sperimentare è l'anima dei nuovi business. Abbiamo immaginato dunque un'Augmented Society dove #relazioni, #tracciabilità e #integrazione (tra sistemi tecnologici e persone) possano accogliere le Imprese in questa Infosfera, come la chiamerebbe Floridi.
Dopo aver disegnato la #matrice, concettuale e tecnologica, sulla quale costruire la nuova società, abbiamo descritto nuove figure e ruoli, coerenti con tale visione.
Il primo è l’Architetto, che accompagna i nuovi ospiti e abitanti durante la fase di #apprendimento, fino a quella di costruzione di una propria “casa” o Impresa.
La seconda è quella dell’Agente Aumentato, una figura guida d’impresa capace di fungere da #connettore e #facilitatore, con grande capacità di dialogo e analisi dati.
Abbiamo anche scritto metodi e regole, coerenti con un mondo, come già detto, dove i limiti sono nuove possibilità.
Tra i concetti chiave c’è un nuovo modo di intendere il #cliente, esso diviene a tutti gli effetti parte dell’Impresa con cui si relaziona, o meglio parte della #squadra di progetto.
I ruoli passano in secondo piano rispetto alle relazioni. Le organizzazioni fredde e astratte scompaiono, sono le persone a connettersi. Questo nuovo modello organizzativo vuole trarre profitto dalle #sfide del nuovo presente, puntando alla crescita reciproca e alla soddisfazione degli obiettivi di una squadra allargata.
II profitto diventa una diretta conseguenza di #relazioni, #apertura, #fiducia e obiettivi condivisi. In uno stesso luogo #aumentato. In questo scenario innovare il metodo di fare business consiste nel riportare l’attenzione al fattore #umano, in un percorso olistico e rispettoso dove l’Impresa offre un luogo condiviso, aperto e cooperativo.
L’impresa come luogo comune, raggiungibile da ogni parte del mondo fisico grazie al suo essere Ubiquo, ha acceso nelle nostre menti un ulteriore concetto, quello delle Cloud Companies (Di Tullio), digitali, fisiche, ibride.
In quest’ottica il web stesso assume un nuovo significato per queste Imprese. Passa da infinito “centro commerciale” fatto di siti web vetrina, dove l’attenzione si combatte a colpi di sponsorizzazione e messaggi vuoti, a luogo di #communities. #Cooperanti.
Le imprese vanno viste come luoghi di reciprocità come dice Patrignani.
Allo stesso tempo la scienza delle #reti chiarisce come tutto sia connesso. Ne consegue che una piattaforma profittevole, costruita in ottica di rete, relazionale e generatrice di nuovi nodi è #antifragile, crea opportunità ed è destinata a crescere e ramificarsi. Ad evolversi, fino a rendere inseparabile il concetto di progettazione, vendita e scambio, dalle comuni interazioni del vivere quotidiano.
Connettiamoci, immaginiamo, progettiamo.
info@tommasomonaldi.it
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