Ognuno di noi professionisti crede in un modo di lavorare, ho scritto e abbraccio delle tesi, dei punti che tracciano la via, per l’agire coerente in un sistema connesso.
Grazie al precedente articolo Ad un Imprenditore italiano X ho sintetizzato anni di lavoro e confronti, ponendo particolare accento sull'evoluzione del design, sull'importanza della progettazione partecipata, il pensiero sistemico e l'importanza del contesto. Ho tracciato anche una via per riflettere sul modo di fare Impresa oggi e sulle strategie per affrontare i nostri tempi. Sintetizzo qui di seguito i concetti principali sviluppati ampiamente nell'articolo, per meglio comprendere il conseguente Manifesto liquido. > PRIMA UNA SINTESI (subito dopo il Manifesto liquido)
Noi designer lavoriamo in #rete, in #coworking e da remoto da molto prima che un virus costringesse tutti gli altri a farlo. Amiamo l’innovazione e abbiamo fame di futuro in equilibrio con l’ecosistema.
Credo che l’eccessivo correre impedisse a valori veri di sedimentarsi e distribuirsi. Valori non sedimentati si affiancavano a visioni sempre più opache, vittime non della pigrizia nell’immaginare un futuro promettente, ma della mancanza di tempo e attenzione per accorgersi che tutto stava cambiando. Il futuro non è più prevedibile, solo possibile.
Il valore della #committenza è fondamentale perché può aprire le porte dei futuri possibili se c’è la capacità di intercettare persone di valore e se c’è, ripeto, la totale #fiducia.
Parlo del design che si occupa dei #contenuti prima che della comunicazione, che si occupa della #sostanza prima che della forma, quello che è attento alle #persone, all’esperienza e ai servizi.
Il mestiere di designer non si risolve nella perfezione stilistica, nella sterilità di un bianco semplicemente vuoto o in un unico elaborato visivo. È un processo culturale volto a connettere le varie realtà delle imprese, è trasferimento #culturale, è la ricerca di bisogni nuovi e nuovi modi di intendere gli spazi e il tempo, in team capaci di #immaginare veramente. Ora si lavora #insieme. Senza dimenticarci che la comunicazione è quella rivolta alle persone. Esse sono ripetitori potentissimi, corde che vibrano se toccate nel #cuore.
L’unica storia da prendere in considerazione è quella in cui si afferma l’incertezza del futuro. Dobbiamo aprirci, incontrarci e cambiare i #metodi di lavoro, per fare le cose meglio. Meno e Meglio.
La sostanza necessita di #tempo, #pensiero, #ricerca, #metabolizzazione, #genialità, #confronto, #errore. Tutte cose lente, il cui ritorno è spesso incalcolabile e che ci sbattono in faccia un’unica realtà: non siamo i migliori in niente, possiamo solo impegnarci con tutte le nostre forze, attendendo la "magia". Quella che cambia davvero le cose.
Oggi servono persone digitali, fluide, creative ed #empatiche, capaci di collaborare, risolvere problemi, comprendere le conseguenze #globali di scelte #locali, capaci di dialogare al fine di creare soluzioni efficaci e #adattabili ai vari contesti. Dobbiamo essere abili traduttori e integratori, perché ci siamo accorti che la globalità è fatta di #comunità caratterizzate dalle proprie differenze, e l’esistenza di tutto questo è straordinaria ricchezza da mettere a #sistema.
Finalmente abbiamo potuto #rallentare fino a #fermarci, e improvvisamente abbiamo messo a fuoco il panorama stupendo che ci stavamo perdendo. E ce ne siamo innamorati, abbiamo capito di essere empatici. Tutto questo è eccezionale. Chi uscirà da questo momento senza aver riflettuto nel profondo, mettendosi in discussione, avrà perso l'occasione di far parte del #futuro.
Oggi è tempo di uscire con la lente di ingrandimento, per ammirare i #germogli nati da questo stato di eccezione. Essi sono indizi, nuove radici ed energia. Se nulla è prevedibile e il vecchio è inadeguato, l’unica via è la visione e il futuro.
Ogni giorno ci siamo svegliati con la sensazione che i metodi non erano efficienti, che gli sforzi non fossero premiati, che le persone andavano omologandosi e che i valori perdevano di coerenza e di senso. Stavamo diventando dei maratoneti senza traguardo. La bellezza elegante di ogni gesto atletico spariva di fronte all’inutilità dei risultati.
> MANIFESTO LIQUIDO Ecco dunque il mio Manifesto liquido, liquido perché è in continua definizione il mestiere del designer (si vedano i recenti dibattiti sul design dei servizi), come lo sono i contesti in cui viviamo. Se accettiamo la necessità del pensiero sistemico per affrontare il presente non possiamo che abituarci alla continua evoluzione di metodi e strumenti di lavoro in questo lungo periodo di transizione.
Questi miei punti riguardano nello specifico il mio mestiere e sono in continua evoluzione, perché oggi anche i Manifesti sono liquidi.
Le mie tesi liquide:
Le imprese stanno cambiando, il mondo è cambiato; è necessario riflettere sui metodi con cui si progetta la comunicazione (mettere in comune) e con cui si da forma ai prodotti e servizi.
Per anni il marketing ha messo le persone dentro scatole con tanto di etichetta e codice a barre. Ora le persone hanno sollevato quei coperchi e vogliono conoscere, poter scegliere veramente sulla base di valori reali, prodotti e servizi di qualità, generati con processi e materiali sostenibili (grazie Batey per il suo libro).
L’ecosostenibilità non potrà più essere un vanto pubblicitario. Deve essere semplicemente come si fanno le cose.
Il mondo digitale funziona in modo diverso: è pensiero, è modo di vivere e di fare. Non è adattabile: è aperto, è veloce, è relazionale. Se non pensate digitale affidatevi a chi viene da quel mondo (grazie Baricco per il suo libro).
In natura non esiste scarto, ogni cosa dura nel tempo, ogni cosa viene riutilizzata o al massimo riciclata. Ogni processo è antropico, serve intelligenza, serve tendere allo scarto zero come metodo e non solo di materiali, ma anche di energia e di intelletto.
Le persone vorranno sempre più il Ben-essere, e lo troveranno in esperienze, relazioni e pochi prodotti ben progettati. Il resto scadrà (grazie Rete Umanista per le lunghe riflessioni).
Le persone sono il valore più grande per l’Impresa e nell’Impresa. Sono la vera comunicazione verso l’esterno. Nel bene e nel male (forse il punto più sostanziale emerso in anni di lavoro, grazie ad IDEO per la lunga riflessione e gli spunti).
Non esistono etichette, segmenti e target. Esistono le persone, le comunità e le emozioni. Servono psicologi, non solo economisti (Grazie Seth Godin per il suo libro).
I numeri sui social sono solo numeri sui social. Poi ci sono le persone e le relazioni.
È il tempo della fiducia (grazie Giorgio Di Tullio per le lunghe riflessioni).
Ogni azione ha una conseguenza sull’unico Pianeta in cui conviviamo. Ciascuno di noi deve compiere azioni utili, sostenibili e belle. La bellezza non è un fine, ma un mezzo.
Ogni crisi evidenzia incoerenze di valori e azioni, siate sinceri e coerenti, il futuro sarà imprevedibile e la reputazione farà la differenza.
Contribuite alla società, schieratevi, siate vicini alle persone; ma fatelo per davvero. Un impegno per interesse avrà come unico risvolto un fallimento irrisolvibile (grazie Cino e Fontana per il vostro libro).
Il processo, un tempo parte nascosta del lavoro, oggi è uno degli elementi di maggior ricchezza progettuale e comunicativa.
L’identità delle imprese è cultura, culture, pertanto nella progettazione non si può prescindere dalla rete a cui esse sono connesse.
L’immagine non si progetta, si registra e si corregge in seguito al manifestarsi di episodi comunicativi, indotti o spontanei, progettati o naturali (cit. Giorgio Di Tullio).
Trasparenza, autenticità e rispetto sono valori che oggi le persone pretendono. Trasparenza nella filiera, nel profitto e autenticità nel fare e nel comunicare. Nell’esserci.
The medium is the message. Gli strumenti e i metodi che usiamo per comunicare e progettare sono essi stessi comunicazione e servizio (grazie McLuhan per il suo libro).
Il design può portare cultura ed innovazione nelle imprese.
Chiarezza di intenti e rigore operativo si traducono in chiarezza di risultati (Grazie Vignelli per il suo libro).
Complesso non significa complicato.
La forma deriva dalla funzione e dal contenuto. La buona comunicazione parte da contenuti ottimi. Non credete nel Make-up.
Scrivetemi e apriamo un dibattito attorno a questi temi, solo creando una community unita per intenti potremmo progettare un futuro possibile.
Comentarios