Tommaso Monaldi
Complessità e Progettazione
Aggiornamento: 24 ago 2020
Un confronto attorno ad esempi pratici: design per il sociale, human machine interaction, identità d’Impresa e innovazione.
Un progettare capace di affrontare la complessità, che si occupa di contenuti e "sostanza". Un processo culturale capace di connettere le persone per realizzare una visione comune.
Che sia progettazione per il sociale, per le interfacce, design di nuove interazioni o flussi di informazione, che sia identità di impresa, comunicazione interna o innovazione di business, ci sono dei metodi e attitudini che permettono al progetto di generare il cambiamento. La #complessità è ricchezza, i sistemi complessi necessitano solo di tempo, metodo, sensibilità e #partecipazione.
Mi piace considerare il “progetto” come fosse un fluido:
- Il progetto deve adattarsi al contesto;
- Il progetto deve lasciarsi contaminare ed essere attraversato, deve essere #poroso per dirla con un’alta metafora;
- Il progetto permette la #coesione e deve determinarla;
- Il progetto è infine #eversione, deve avere la forza di rompere i paradigmi;
Come un corso d’acqua deve uscire dagli argini quando costretto in un percorso non coerente, per avere la possibilità di generare dal #caos un nuovo equilibrio dinamico e virtuoso;
- Il progetto è infine #speranza, grazie al progettare accadono i futuri possibili, si generano culture e permettono alle persone di convergere verso una visione comune.
Il progetto è come l’acqua.
I #limiti ci indicano la via, al di là della quale c'è mondo a cui dobbiamo aspirare.
Stare a contatto, ascoltare e fare le cose insieme con l’ambizione di smaterializzare i limiti che ci siamo imposti, è il modo per rendere possibile l’impossibile e convergere verso una visione comune. La qualità del progetto dipende in gran parte dalla partecipazione, ne consegue che il ruolo del cliente è importante tanto quanto quello del progettista.
Progettare è innanzi tutto #linguaggio, riunirsi attorno ad un progetto comune è l’unico modo per parlare la stessa lingua, capirsi, tornare a quella lingua comune che le leggende narrano; è la torre di Babele che ci avvicina a scenari migliori e possibili.
Nel video parlo tramite esempi pratici di tutto questo:
Una rivista fatta con i detenuti di un carcere di massima sicurezza, un progetto modulare di interfaccia e comunicazione dei dati complessi, un processo identitario capace di digitalizzare l’identità di una impresa innovativa e tecnologica.
Con questi esempi concreti voglio dimostrare che il cambiamento è possibile, com’è possibile oltrepassare i limiti e convergere verso una visione comune.
La gestione della complessità anche in comunicazione produce risultati estremamente efficaci e permette di diffondere l’identità a tutti i livelli aziendali.
Essa è una ricchezza e non possiamo non considerare. Non più.
Scrivetemi e apriamo un dibattito attorno a questi temi, solo creando una community unita per intenti potremmo progettare un futuro possibile.